Roma deserta. Foto di djedj da Pixabay

Storie in strada: percorsi autobiografici nei quartieri di Roma

Storie in strada:

Riappropriarsi dei luoghi attraverso la scrittura

Roma deserta. Foto di djedj da Pixabay
Roma deserta. Foto di djedj da Pixabay

Storie in strada è il terzo progetto condotto attraverso la metodologia autobiografica, frutto della collaborazione tra Chiesa Valdese e Cora Roma Onlus. I partecipanti, per un minimo di 20 persone, verranno suddivisi in due gruppi che verranno costituiti in seguito all’incontro di presentazione fissato per la metà di dicembre.
Per iscriversi è necessario inviare una mail all’indirizzo [email protected].

Storie in strada. Conoscersi attraverso i luoghi: percorsi autobiografici nei quartieri di Roma è un’iniziativa gratuita di scrittura autobiografica, finanziata dalla Chiesa Valdese e promossa dalle associazioni Be Free cooperativa sociale e Cora Roma Onlus, con l’adesione dell’associazione Le Funambole.
Scrittura autobiografica e promozione della cittadinanza attiva sono gli obiettivi di questa iniziativa aperta a tutti, cittadini italiani o stranieri, donne e uomini, giovani o anziani senza alcun prerequisito, salvo la conoscenza della lingua italiana.
Il progetto, che è parte dell’attività di uno dei 4 circoli territoriali romani della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, è stato pensato ed elaborato prima dello scoppio della pandemia, ma si è arricchito di significato proprio in questo periodo di chiusure.

La scrittura autobiografica per risignificare i luoghi
La penuria di spazi generatori di legami e il progressivo incremento di dinamiche di autoesclusione nei vari Municipi della Capitale sono i due punti di partenza che hanno dato origine a Storie in strada. “Nel corso delle nostre attività nei vari Municipi”, spiega Isabella Tozza, formatrice esperta in metodologia autobiografica e una delle promotrici del progetto insieme a Maria Grazia Comunale, Claudia Piccini, Marta Mearini e Laura Ferrari Ruffino “abbiamo riscontrato un senso diffuso di isolamento, non soltanto tra gli individui e il proprio quartiere, ma anche tra quartieri differenti. Sono inoltre sempre più imponenti le barriere simboliche che identificano i luoghi in base alle frequentazioni prevalenti: esistono luoghi per ricchi, luoghi per giovani, luoghi per immigrati”.

L’idea alla base dell’iniziativa è quella di riallacciare il legame tra persona e territorio utilizzando la scrittura autobiografica, così come elaborata metodologicamente dalla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, per risignificare i luoghi. Sono stati scelti in particolare due quartieri romani molto distanti nell’immaginario collettivo: il I Municipio e il quartiere San Basilio, dove fin dal 2016 è attivo lo Spazio Donna gestito dalla cooperativa Be Free. “Per partecipare all’iniziativa non è necessario risiedere nei quartieri selezionati. L’intento, infatti, è quello di far dialogare queste due realtà attraverso le testimonianze non solo dei residenti ma anche e soprattutto di chi le attraversa: i luoghi sono di chi li frequenta, e questo è particolarmente evidente in una città come Roma, che viene vissuta in molti modi differenti. A coronamento del progetto verrà redatta una ‘Guida Affettiva’ della città di Roma, in formato cartaceo e digitale, che raccoglierà le esperienze individuali e collettive. Le persone saranno parte attiva nell’elaborazione delle nuove mappe affettive della città”.

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